I VOLTI DI NIKOLA TESLA

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Alessandro "Alex" Zanardi (Bologna, 23 ottobre 1966) è un pilota automobilistico, ciclista su strada e conduttore televisivo italiano.
Nell'automobilismo si è laureato campione CART nel 1997 e 1998, e campione italiano superturismo nel 2005. Nel paraciclismo ha conquistato due medaglie d'oro ai Giochi paralimpici di Londra 2012, e tre titoli ai campionati mondiali di Baie-Comeau 2013.






L'INCIDENTE
Uscito demotivato dall'esperienza in Formula 1 Zanardi si allontanò momentaneamente dal mondo dell'automobilismo.
Nel luglio del 2000 tornò, però, negli Stati Uniti per sostenere dei test con il team di Mo Nunn, suo ingegnere all'epoca dei titoli conquistati in Champ Car e ora proprietario di una scuderia, che lo ingaggiò per la stagione 2001.
Lo stesso anno prese parte al Rally di Monza, unica competizione a cui partecipò durante l'anno.
Fin dall'inizio del campionato, però, si evidenziarono diversi problemi, tra cui le difficoltà di Zanardi a trovare un buon assetto
per le qualifiche e l'inesperienza del team.

Inoltre errori di strategia della squadra o inconvenienti tecnici gli impedirono più volte di salire sul podio, tanto che il suo miglior risultato
fu un quarto posto a Toronto.

La squadra, però, stava acquisendo fiducia a causa dei progressi della monoposto e Zanardi si presentò all'appuntamento europeo del Lausitzring motivato.
Le qualifiche non vennero disputate a seguito di un violento acquazzone e la griglia fu determinata in base alla posizione in campionato. Nonostante partisse ventiduesimo riuscì a recuperare posizione su posizione, portandosi al primo posto.
A tredici giri dalla fine, dopo aver compiuto la sua ultima sosta, uscendo dai box, dopo aver tolto il limitatore di giri, Zanardi perse improvvisamente il controllo della vettura (pare per la presenza di acqua e olio sulla traiettoria di uscita) che, dopo un testacoda, si intraversò lungo la pista, mentre sulla stessa linea sopraggiungeva ad alta velocità Alex Tagliani.
L'impatto fu violentissimo: la vettura di Tagliani colpì perpendicolarmente la vettura del pilota bolognese all'altezza del muso, dove erano alloggiate le gambe, spezzando in due la Reynard Honda.
Prontamente raggiunto dai soccorsi, Zanardi apparve subito in condizioni disperate: lo schianto aveva provocato, di fatto, l'istantanea amputazione di entrambi gli arti inferiori, il destro al di sotto del ginocchio, il sinistro poco sotto, e il pilota rischiò di morire dissanguato.
Per salvargli la vita, Steve Olvey, capo dello staff medico della CART, "tappò" le arterie femorali del pilota per tentare in qualche modo di fermare la massiccia emorragia.
Dopo aver ricevuto l'estrema unzione dal cappellano della serie automobilistica, venne caricato sull'elicottero e condotto all'ospedale di Berlino, dove rimase in coma farmacologico per circa tre giorni e gli venne rimosso chirurgicamente il ginocchio sinistro, irrimediabilmente compromesso.
Dopo sei settimane di ricovero e una quindicina di operazioni subite Zanardi poté lasciare l'ospedale per cominciare il processo di riabilitazione.

FONTE WIKIPEDIA














LA FORZA DI ZANARDI
















TRIBUTO DEL DOTTOR COSTA

Nemmeno le Muse più creative avrebbero potuto ispirare la storia di Alex Zanardi. Ad essere credenti, si potrebbe parlare di "miracolo", ma il termine sembra inopportuno a descrivere le gesta del bolognese, ancor più straordinarie nella loro assoluta umanità. Ben oltre le medaglie olimpiche ed il ritorno alle corse da portatore di handicap, il trionfo dell'atleta bolognese è quotidiano: il perenne sorriso, la genuina affabilità nei rapporti umani,
la voglia insaziabile ma pacata di affrontare nuove sfide.
A 47 anni, Zanardi ha già fatto più di quanto molti di noi riescano a compiere in una lunga e sana esistenza. Tutto questo, pur avendo perso entrambe le gambe all'età di 35 anni. Quel giorno, al Lausitzring, trovò però un amico che lo avrebbe aiutato a rimettersi in piedi e "fare tutto quello che faceva prima". Era il Dottor Claudio Costa, che ieri Zanardi ha accompagnato sul palco del centro diagnostico europeo Dalla Rosa Prati per l'addio ufficiale alla Clinica Mobile.
"Il detto che siamo tutti importanti ma nessuno indispensabile non è vero nel caso del Dottor Costa – ha detto Zanardi, riprendendo una dichiarazione  di Marco Melandri – Non è solo competente e professionale, ha messo in tutti questi anni la sua attività davanti ad ogni altra cosa. Ha bisogno di dialogare con il cuore del pilota, forse per questo non è mai riuscito ad accettare completamente le procedure. Servono, ma a volte sono limitanti..."
Quello sfortunato 15 settembre 2001, il "dottorcosta" lo raggiunse in ospedale mentre "lottava a scacchi con la morte. L'affascinante dama vestita di nero gli diede scacco sette volte, perché quello fu il numero di occasioni in cui il suo cuore cessò di battere, ma lui mosse gli alfieri e riequilibrò la partita, rimandandone di molti anni la conclusione", secondo quanto racconta lo stesso medico imolese.
"A scacchi sono piuttosto scarso", ha replicato con ironia Zanardi. "A dire la verità, quel giorno lì ho barato. Lo stratega fu il Dottor Costa".
Da allora, i due sono legati da un'amicizia profonda, che trascende la dimensione agonistica ed affonda le radici in un'affinità caratteriale rara tra medico e paziente.
"Siamo complementari nel modo di essere – ha osservato Zanardi – Claudio ha una capacità particolare di scomporre un problema apparentemente insormontabile in piccoli pezzi, più facili da affrontare ad uno ad uno. Se il pilota collabora, si possono superare tanti ostacoli.
Ma i miracoli non esistono, serve un impegno quotidiano".
Ed è proprio questo che ha consentito a Zanardi di vincere, tra le altre cose, due medaglie d'oro ai Giochi paralimpici di Londra 2012. "È stata una grande emozione, ma a dire il vero ero più emozionato alla vigilia", ha confessato. "Dopo, avevo paura di non trovare nuove motivazioni. Ma tra bici e macchina non è mai un problema, ho la fortuna che mi offrono sempre nuove cose da fare. Sono furbo, faccio cose che mi appassionano".
Spesso, Costa ha accompagnato Zanardi agli eventi sportivi. Ad una maratona ciclistica in Italia, il pilota finì in un fosso nelle fasi iniziali a causa di un cedimento strutturale nel prototipo a lui affidato. Quando Costa, accorso immediatamente, gli disse che lo avrebbe accompagnato personalmente, Zanardi racconta di aver pensato "devo essere veramente messo male". Invece fu lui a convincere il medico a ripulirlo in fretta e furia perché il figlio lo aspettava al traguardo. "A quel punto credevo che l'ambulanza servisse per lui – ha raccontato ridendo – Perché non riusciva più ad alzarsi da terra dalla commozione".
L'indomito spirito di competizione e la fervida curiosità hanno consentito a Zanardi di progettare e provare diverse soluzioni (sia su auto che in bicicletta) rivolte ai portatori di handicap, tanto che definisce (senza falsa modestia, ma col sorriso) il proprio infortunio "quasi una botta di culo, perché mi si sono aperte grandi opportunità. Nella vita, come nello sport, non è solo questione di talento. Bisogna allenarsi duramente, tutti i giorni".

FONTE www.gpone.com









ALEX ZANARDI E LA SUA NUOVA AVVENTURA AL VOLANTE: «Ma non sono un eroe»     (FONTE ILSOLE24ORE.COM)




Non è un eroe, né tanto meno un superuomo. Lo ripete spesso quando le persone gli si avvicinano per chiedergli consigli in merito a scelte che considerano al limite del possibile. Alex Zanardi, l'ex pilota della Formula 1, l'ex fuoriclasse della formula Indy, caduto a un passo dal baratro per via del pauroso incidente in pista che nel 2001 gli strappò entrambi gli arti, due volte medaglia d'oro ai Giochi di Londra del 2012 in sella a una handbike, ma pure presentatore televisivo, intrattenitore, marito e padre, è decisamente molto di più: un uomo super.
Sempre pronto ad accogliere l'esistenza con il sorriso, sempre disponibile a mettersi in gioco. Sempre positivo e propositivo, comunque vada, come prima, più di prima. Perché altro non si può e deve fare. Lo dimostra la sua decisione di tornare a correre in macchina nel campionato europeo GT. Si batterà in pista con una Bmw Z4 del team Roal Motorsport. Zanardi ha scelto la sua nuova sfida. Andrà benissimo, non potrebbe andare altrimenti.

A 47 anni su una macchina da 600 cavalli. Dica la verità, lei a casa si annoia

(Risata) No, assolutamente no. Come filosofia di vita, sono una persona che si accontenta di ciò che ha. E a casa non mi annoio, anzi, di tanto in tanto mi piace anche passare un'intera giornata in pantofole, come si dice. Però, quando ho la possibilità di aggiungere qualcosa al mio quotidiano, spesso mi lascio coinvolgere, perché mi sembrerebbe stupido non farlo. L'opportunità di tornare in pista è nata quasi per caso. Per me correre è un piacere, non ho resistito.

Quali sono le sue sensazioni dopo i primi giri di pista? Ha già trovato il feeling con la Z4?
 
È andata meglio di quanto potessi aspettarmi. Era da quattro anni che non frequentavo le piste e la macchina era abbastanza diversa da tutto ciò che avevo guidato in carriera. Eppure, dopo pochi giri è scattata la sintonia. Forse perché è un'auto estremamente sexy, chissà. Vuole essere guidata in modo particolare ed evidentemente si avvicina molto alle mie inclinazioni al volante. Insomma, ci siamo trovati e piaciuti in un attimo o poco più. La mia esperienza poi ha fatto il resto.

Vincere subito senza se e senza ma, oppure iniziare col piglio giusto e poi si vedrà? Qual è il suo obiettivo per la stagione 2014?

Se uno sportivo non covasse dentro di sé il sogno o l'ambizione di vincere una gara, be', vorrebbe dire che qualcosa non torna. Detto questo, come in tutte le cose della vita, se vuoi riuscire a trasformare il tuo sogno in un obiettivo perseguibile e raggiungibile, devi amare profondamente ciò che occorre fare per arrivare fino in fondo. Non puoi viverlo come un sacrificio. Se ci riesci, vincere diventa un piacevolissimo valore aggiunto. Io dico sempre che ho vinto le medaglie olimpiche perché volevo andare in bicicletta. Non sono andato in bicicletta perché volevo vincere le medaglie olimpiche. La differenza potrebbe sembrare sottile, invece è enorme. Per usare un'espressione cara agli americani, oggi io sono felice come un maiale nel fango. Perché mi diverto a sistemare la macchina e a confrontarmi con i ragazzi del team. Non nascondo però che se a fine anno arrivasse anche una vittoria non mi dispiacerebbe affatto.




MARATONA DI ROMA:  TORNA ALEX ZANARDI
L'handbiker insegue il quarto successo, che sarebbe da record



(ANSA) - ROMA, 13 MAR 2014 - Saranno 86 gli atleti disabili in gara domenica 23 marzo alla Maratona di Roma. Tra gli handbiker ci sarà Alex Zanardi, 'imperatore' della 42 km romana: il paraolimpionico, infatti, su quattro partecipazioni ha già scritto tre volte il suo nome nell'albo d'oro: nel 2010, 2012 e 2013, mentre nel 2011 finì quarto. In caso di successo il 23 marzo 2014, risulterebbe il primo atleta in assoluto capace di vincere 4 volte la Maratona di Roma. Supererebbe, infatti, l'etiope Firehiwot Dado (tre successi).



CIAO ALEX,  VOLEVO AUGURARTI IN BOCCA AL LUPO PER IL FUTURO E SPERO CHE QUESTA PAGINA A TE DEDICATA SIA D'ESEMPIO PER LE PERSONE CHE OGNI GIORNO LOTTANO PER RAGGIUNGERE UN TRAGUARDO.
SEI DAVVERO UNO PERSONA SPECIALE.
NUTRO UNA FORTE STIMA E RISPETTO VERSO LA TUA PERSONA E SE UN GIORNO DOVESSI LEGGERE QUESTE RIGHE TI CHIEDO DI INVIARMI UNA COPIA DEL TUO LIBRO CON AUTOGRAFO.

NON FERMARTI MAI

GIUSEPPE MAZZONE





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