I VOLTI DI NIKOLA TESLA

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Testo in italiano a cura di TFI e distribuito sotto licenza Creative Commons
di Peter A. Lindemann, D.Sc.

Prefazione
 
Fin da quando mi sono imbattuto nel lavoro di Edwin Gray più di un quarto di secolo fa, ho tentato di chiarire il mistero
di come egli produceva free energy.
Solo recentemente sono emerse informazioni sufficienti, tali da permettermi finalmente di mettere insieme tutti gli indizi
e di giungere ad una conclusione definitiva.
In “The Free Energy Secrets of Cold Electricity” (I segreti free energy dell’elettricità fredda), condivido questa odissea
di 27 anni e la conoscenza che è scaturita lungo il percorso.
Edwin Gray scoprì che la scarica di un condensatore ad alta tensione potrebbe essere indotta a rilasciare uno scoppio
elettrostatico enorme e radiante.
Questo picco di energia veniva prodotta dal suo circuito e catturata in uno speciale dispositivo che il sig. Gray chiamava
il suo “conversion element switching tube” (tubo di commutazione e conversione).
La forma fredda, e che non dava scossa, di energia che proveniva da questo tubo di conversione, forniva energia per tutte
le sue dimostrazioni, apparecchi e motori, oltre a ricaricare anche le sue batterie.
Il sig. Gray definiva questo processo “separazione del positivo” (splitting the positive).
Queste affermazioni erano incomprensibili; anche perché Gray non rivela niente circa le condizioni che il circuito
doveva creare per produrre tale effetto.
Questo era il mistero e lo è stato fino a quando non ho correlato gli indizi di Gray con un’analisi di Gerry Vassilatos,
pubblicata nel 1996, che descriveva minuziosamente il lavoro sperimentale di Nikola Tesla negli ultimi anni del 1880,
iniziando a mettere a fuoco il quadro della situazione.
Questi esperimenti portarono alla scoperta di quella che Tesla definiva “energia radiante” e allo sviluppo della sua
“Trasmittente moltiplicatrice” (o anche “Trasmettitore di amplificazione”).
Questo materiale era l’indizio che svelava il mistero di Gray.
Un esaustivo confronto fra i sistemi a “elettricità fredda” di Gray e i sistemi di Tesla ad “energia radiante”
porta alla ragionevole conclusione che queste due scoperte sono una e sono la stessa.
Finalmente, sotto questa luce, gli schemi del circuito di Gray sono “corretti” e tutte le omissioni sono colmate.
Credo che qui siano fornite abbastanza informazioni, tali da permettere a chiunque sia interessato alla ricerca della
free energy di riprodurre questi effetti dell’“elettricità fredda” con delle attrezzature relativamente semplici.
Spero che migliaia di ingegneri e di sperimentatori cominceranno ora a pensare di riprodurre ciò, che è il
“filone madre” degli effetti della free energy.
Molte persone mi hanno dato un contribuito e dei pareri inestimabili durante questo mio viaggio, e desidero ringraziarli
profondamente.
A Tom Valentine, per l’intraprendente ricerca sulla storia di Ed Gray, per il suo eccellente e accurato servizio,
per aver mostrato le sue fotografie straordinariamente rivelatrici, e per la sua eccezionale generosità nel
rendermi disponibile il suo intero archivio.
Niente di questo sarebbe avvenuto senza il suo contributo.
A Eric Dollard, per essere stato il primo di questa generazione a capire veramente il lavoro di Nikola Tesla
sulle correnti ad impulso, e per aver ripetutamente dimostrato questa conoscenza con un apparato sperimentale.
A Gerry Vassilatos per aver brillantemente articolato e riportato accuratamente la storia delle scoperte di Tesla,
e a David Hatcher Childress, l’editore del libro di Gerry, per avermi dato una straordinaria e ampia libertà
nel citare ampie parti di questo libro.
Al più recente Bruce DePalma, per avermi insegnato come riflettere sulla fisica – il modo in cui le cose sono realmente.
A Trevor Constable, per aver tolto dalla mia testa tutti i dubbi sulla reale esistenza dell’Etere, e per aver inseguito
implacabilmente la sua applicazione pratica per il miglioramento dell’umanità.
A Tom Brown, per avermi presentato a molte di queste persone, e per aver allargato i miei orizzonti in innumerevoli modi.
Ad Alison Davidson, per avermi permesso di usare l’immagine a colori della scarica eterica della trasmittente
moltiplicatrice di Eric Dollard, fotografata all’“Integration” nell’estate del 1986.
A Dorothy O’Connor e a Jacqueline Lindemann, per la loro assistenza nell’editare questo libro.
Ed infine, ovviamente, un ringraziamento ad Edwin V. Gray, Sr. e Dott. Nikola Tesla che,
dopo tutto, scoprì questa straordinaria tecnologia.
 
Peter A. Lindemann, Dottore in Scienze
Dicembre 2000



"Quando la grande verità verrà accidentalmente rivelata e poi confermata empiricamente, cioè quella  che questo pianeta,
con tutta la sua immensità spaventosa, è per le correnti elettriche virtualmente nient’altro che una piccola sfera di
metallo, e da questo fatto ne deriveranno tante opportunità per noi, ognuna delle quali supererà l’immaginazione e avrà
conseguenze incalcolabili; quando sarà inaugurato il primo progetto e verrà mostrato che un messaggio telegrafico,
segreto e inafferrabile quanto può essere il pensiero, verrà trasmesso a qualsiasi distanza terrestre,
che il suono della voce umana con tutte le sue intonazioni e le sue inflessioni, riprodotto fedelmente e immediatamente,
verrà trasmesso sino a qualsiasi altro punto del globo, che l'energia di una cascata sarà disponibile per produrre luce,
calore o forza motrice dovunque - su mare o terra o in aria - l'umanità sarà come un mucchio di formiche agitato con un
bastoncino: vedremo il caos arrivare!”
 
…Nikola Tesla, 1904





Primo articolo tratto dal “The National Tattler”



Il mistero di Edwin Gray
 
Il mio interesse per la free energy iniziò nell’estate del 1973 quando presi per la prima volta il National Tatter.
In un articolo scritto dal reporter Tom Valentine (figura 1), il titolo era: “Uomo crea motore che non consuma carburante;
l’invenzione potrebbe cambiare la storia a partire dal 1984”.
Beh, ero giovane e ingenuo, ma ero sicuro di non aver mai visto un titolo di giornale come quello prima di allora.
L’articolo continuava dicendo:
Un inventore californiano ha trovato il modo di creare energia elettrica senza limiti senza usare carburante, potenzialmente
la più grande scoperta nella storia dell’umanità.
Edwin Gray, Sr., 48 anni, ha realizzato apparecchi funzionanti che potrebbero alimentare ogni auto, treno, camion, barca ed aeroplano,
che si muoverebbe su questa terra perpetuamente; apparecchi che potrebbero riscaldare, raffreddare e servire ogni casa
americana senza costruire nessuna linea di trasmissione; che potrebbero fornire energia senza limiti nel poderoso sistema
industriale della nazione per sempre, e fare tutto senza creare una singola briciola di inquinamento.
Dopo diversi paragrafi dedicati a tali argomenti, come ad esempio ad aumenti di capitali e al cercare di mettere insieme un
gruppo di lavoro, l’articolo continuava descrivendo due test molto interessanti che lo scrittore dell’articolo
vide personalmente nel laboratorio di Gray a Van Nuys, in California, assieme a molti altri scienziati:
Al Tattler fu data una esauriente dimostrazione sui metodi “impossibili ma veri” di Gray per usare l’elettricità.
La prima dimostrazione provò che Gray usa una forma totalmente differente di corrente elettrica – una forma dell’energia
potente ma “fredda”.
C’era una batteria di automobile da 6 volt sul tavolo. Dei fili piombati partivano dalla batteria verso una serie di
condensatori, che sono la chiave della scoperta di Gray.
Il sistema completo era collegato a due elettromagneti, ognuno del peso di una libbra e un quarto (circa 550 grammi NdT).
“Ora, se tu provassi a caricare quei due elettromagneti con il succo di quella batteria e fargli fare quello che sto per
fargli fare, prosciugheresti la batteria in 30 minuti e i magneti diventerebbero estremamente caldi” spiegò Gray.
“Voglio che tu veda cosa accade”. Non appena Fritz Lens attivò la batteria, un voltometro aumentò gradualmente
fino a 3000 volts.
A quel punto, Gray chiuse un interruttore e si udì un forte rumore scoppiettante.
Il magnete superiore fu scagliato in aria con una forza tremenda e fu afferrato da Richard Hackenberger.
Un’eccezionale scossa elettrica aveva spinto il magnete in aria per più di due piedi (60 cm NdT) ma il magnete rimase freddo.
“La cosa stupefacente” disse Hackenberger “è che stato usato solo l’1% dell’energia  – il 99% è tornato alla batteria”.
Gray spiegò “La batteria può durare per molto tempo perché la maggior parte dell’energia ritorna ad essa.
Il segreto per far questo è nei condensatori e nell’essere in grado di “separare il positivo”.
Quando Gray disse “separare il positivo”, le facce di due fisici di tutto rispetto fecero una smorfia di perplessità.
(Normalmente l’elettricità è composta da particelle positive e negative, ma il sistema di Gray è capace di usare le une
o le altre separatamente ed efficientemente).
 
Tom Valentine descrisse poi la seconda dimostrazione mostrata nella fotografia 2.
 
Gray mostrò a questo reporter del Tattler una piccola batteria per motocicli da 15 amp.
La batteria era collegata a un paio dei suoi condensatori, che a turno furono collegati ad un pannello di prese.
Mosse l’interruttore e la piccola batteria mandò una carica ai condensatori.
Poi collegò (alle prese della ciabatta) 6 lampadine a incandescenza da 15 watt l’una con cavi singoli, una televisione
portatile funzionante a 110 volt e due radio.
Le lampadine brillarono luminosamente, la televisione si mise in funzione ed entrambe le radio suonarono a tutto volume,
eppure la piccola batteria non si scaricava.
“Non potresti mai ottenere tutta questa corrente da quella batteria in circostanze ordinarie” disse Gray.




Edwin Gray mentre dimostra il suo Circuito


“Questa è la cosa più stupefacente che abbia mai visto” esclamò C.V. Wood Jr., presidente della McCulloch Oil Corporation,
presente anch’egli alla dimostrazione.
Cominciò a cercare intorno eventuali prese nascoste sul muro.
“Posso provare che ciò non è alimentato da nessuna presa a muro” disse Gray.
Una lampadina da 40 watt, avvitata in un comune alloggiamento fu collegata al pannello alimentato dal sistema di Gray.
La lampadina si accese, poi Gray la lasciò cadere in un cilindro riempito d’acqua.
“Che cosa sarebbe accaduto se questa ora ricevesse comune energia elettrica?” domandò Gray, mentre metteva la sua mano
nell’acqua con all’interno la lampadina accesa.
“Verresti folgorato e quella cosa avrebbe scoppiettato e sfrigolato fino a quando non avessi tenuto il dito
nell’acqua con la luce.
Nessuna scossa elettrica, “Signori, questa è una nuova manifestazione dell’elettricità”, disse Hackenberger.
Beh, questa fu letteralmente la cosa più stupefacente che avessi mai letto in un giornale.
Ne ero completamente rapito. La settimana successiva presi il secondo articolo della serie, intitolato: “Motore Elettrico
miracoloso senza Carburante può far risparmiare 35 miliardi di dollari all’anno sul conto della benzina”.
Era incentrato su nuovo sorprendente tipo di motore elettrico che funzionava grazie al sistema di Gray:
Il motore EMA, silenzioso e non inquinante, ricicla la sua stessa energia e può funzionare indefinitamente.
Il prototipo di Gray è alimentato da 4 batterie da 6 volt che “si usureranno prima di esaurirsi”.
La stessa energia ‘fredda’ che respinge i magneti, fissata ad un volano, fa funzionare il motore.
Hackenberger, uno specialista di elettronica, spiega “Nel nostro circuito viene prodotta una serie di picchi
di energia ad alto voltaggio.
Queste unità di energia vengono trasferite ad un’unità di controllo che agisce all’incirca come uno spinterogeno in
un motore a combustione interna.
Ogni volta che un magnete è caricato, la maggior parte dell’energia viene riciclata tornando alle batterie senza
che ne venga persa.



Tom Valentine con lampadina “fredda” in acqua


Nello stesso periodo, su un giornale chiamato “Esplorare l’ignoto” (Probe The Unknown) uscì un altro articolo scritto da
Jack Scagnetti e intitolato “Il motore che va da sé”.
Egli presentò informazioni molto simili a quelle contenute negli articoli di Tom Valentine.
Gray descrive il funzionamento del suo motore EMA come simile al ricreare il fulmine:
Richard Hackenberger, vice presidente in Ingegneria per la EVGray, spiega come funziona il sistema del motore EMA.
“L’energia proveniente da una sezione ad alta tensione è spinta attraverso un sistema di circuiti elettrici per produrre
una serie di picchi di energia ad alto voltaggio.
I picchi sono trasferiti ad una unità di controllo, che a sua volta fa funzionare l’unità motore principale”.
“Mentre ciò avviene, il sistema di riciclo/rigenerazione sta ricaricando la batteria con impulsi da 60 a 120 amp”.
Questi parecchi articoli di giornale catturarono totalmente la mia immaginazione.
Poco più tardi, mio fratello ed io scrivemmo alla EVGray Enterprises a Van Nuys, in California, esprimendo il nostro
interesse e desiderio di avere maggiori informazioni.
Ricevetti la seguente lettera nell’ottobre 1973: “Egregio Sig. Lindemann: vorrei ringraziarla per il mostrare un tale
interesse nell’EVGray Enterprises Inc. e per aver speso del tempo per scriverci.
Ho mandato una lettera anche a suo fratello.
Ma per la nostra sicurezza, non le possiamo fornire alcuna informazione sul motore o sulla nostra compagnia”.
 Inutile dirlo, questo fu estremamente spiacevole.
Così, riluttante, misi da parte gli articoli di Valentine e Scagnetti e la lettera della EVGray in un archivio,
che alla fine crebbe diventando la mia estesissima ricerca sull’argomento della “Free Energy”.




Secondo articolo tratto dal The National Tattler



Articolo tratto da Probe The Unknown



Lettera dalla EVGray Enterprises



Copertina del NewsReal Magazine


Sfortunatamente, non lessi più niente su Edwin Gray per i successivi due anni.
Tuttavia, nel 1977 mi imbattei in un altro articolo di Tom Valentine su un numero di una rivista chiamata NewsReal
dedicata alle invenzioni soppresse.
Valentine scrisse a proposito di un’ampia varietà di argomenti, dall’ottenere carburante dal carbone, all’ottenere la
benzina dall’acqua, agli aeroplani che non vanno in stallo, e ad altre stupefacenti invenzioni.
C’era incluso un aggiornamento su Edwin Gray intitolato “EMS – Energia elettronica che potrebbe cambiare il quadro del
potere economico mondiale”.
In questo articolo, Edwin Gray dice:
“Ricordo di aver preso la scossa quando afferrai un condensatore carico posato sul tavolo da lavoro.
Questo semplice fatto non me lo scorderò mai.
Poi, osservai del personale governativo che stava testando il primo radar oltre il fiume Potomac.
Mi è rimasto in mente quando uno di questi uomini lo spiegò come un “impulso che esce, impulso che torna indietro”. 
E sono sempre stato un patito di temporali, guardavo i fulmini per ore, notai che apparivano tanto più forti quanto più
erano vicini a terra e, ovviamente, conclusi solo che la maggior presenza d’aria aveva qualcosa a che vedere con tale fenomeno.
Questi tre principi, più un grande segreto per generare e miscelare elettricità statica, costituiscono il motore EMS di Gray”.
Più avanti nell’articolo:
“Non c’è motore come questo al mondo” disse il Dr. Chalfin al gruppo.
“I motori elettrici ordinari utilizzano corrente in maniera continua e assorbono costantemente energia.
In questo sistema l’energia è utilizzata solo durante una frazione di un millisecondo.
L’energia non usata ritorna ad una batteria accessoria per il riutilizzo”.
“Funziona a freddo” aggiunse il Dr. Chalfin, mettendo la sua mano sul motore.
“Non c’è perdita di energia nel sistema”.
 
Il primo brevetto di Gray, emesso nel giugno 1975, era intitolato “Motore elettrico a scarica di condensatore a impulsi”
(Pulsed Capacitor Discharge Electric Engine).
Ne ricevetti una copia nel 1978, é un brevetto piuttosto esteso, con 18 pagine, 19 illustrazioni e 18 rivendicazioni.
Descrive un motore che viene fatto funzionare da condensatori che si scaricano attraverso elettromagneti opposti
l’uno all’altro.





Articolo tratto dal NewsReal Magazine




 Pagine del brevetto del motore di Gray

Ma scoprii abbastanza presto che se si prova a costruire questo motore in base ai principi indicati nel brevetto, questo non fa niente di quello che viene descritto negli articoli di Tom Valentine. Infatti, non produce affatto una forma fredda di elettricità. Se ti capitava di metterti sul percorso della scarica di questi condensatori, saresti sicuramente stato scaraventato da una parte all’altra della stanza. Per di più, la quantità di energia che potrebbe essere riciclata da questo arrangiamento è insignificante se paragonata a quella di cui parla Gray in quegli articoli. Fu abbastanza chiaro per me che, nonostante il fatto che questo brevetto proteggeva il progetto specifico del motore, non rivelava la tecnica del suo funzionamento.
Sin dall’inizio ero sempre stato più interessato al “circuito a stato solido”. Compresi che la produzione di elettricità fredda non aveva proprio niente a che fare con il motore e che il motore era una cosa secondaria. Dopo tutto, quando Gray faceva saltare i magneti con l’elettricità fredda e funzionare la TV e le lampadine con l’elettricità fredda, non aveva bisogno del motore. Intuitivamente, sapevo fin dal principio che la chiave per svelare il segreto della scoperta di Gray era nel tentativo di capire completamente il suo circuito a stato solido. Comunque, le risorse che avevo raccolto fin qui erano insufficienti nel migliore dei casi e, sul finire degli anni 70, avevo quasi esaurito tutte le informazioni che erano disponibili su questo argomento.
Durante gli ultimi anni 80, avevo sentito solo delle voci secondo cui Gray stava continuando il suo lavoro, ma tutto quello che potevo realmente constatare era che su di lui non c’erano più articoli, notizie o qualsiasi altra cosa sull’argomento.
Verso la metà degli anni 90, tuttavia, un mio compagno di ricerca mi disse che aveva sentito che Gray aveva pubblicato altri brevetti e ciò mi affascinò completamente. Questi nuovi brevetti avrebbero potuto contenere le risposte che stavo cercando? Non lo sapevo con certezza, ma sapevo che avevo bisogno di procurarmi questi documenti. Sfortunatamente il mio amico non li aveva, e non sapeva nemmeno quali erano i numeri dei brevetti. Così, ancora una volta, la mia ricerca sull’elettricità fredda di Edwin Gray giunse in un vicolo cieco, almeno ancora per qualche anno.
Nel giugno del 1999, mentre stavo visitando su internet la IBM Intellectual  Property Network (ora si chiama Delphion Intellectual Property Network) notai che il motore di ricerca all’interno del database dei brevetti era stato recentemente aggiornato, così era possibile effettuare una ricerca e restringerla al solo campo degli Inventori. Inserendo “Gray” nella ricerca, il sistema cercava tra tutte le parole contenute in tutti i brevetti dal 1971 in poi, e si ottenevano tanti di quei risultati che era impossibile esaminarli tutti. Ora invece potevo inserire “Gray Edwin” nel campo “inventori” di questo motore di ricerca appena aggiornato. E guarda un po’, 30 secondi dopo sul mio schermo comparvero i numeri di altri due brevetti che erano stati depositati da Edwin Gray. Ero estasiato!




Prima pagina del brevetto del circuito di Gray

La figura mostra il primo di questi brevetti intitolato “Alimentatore efficiente adatto per i carichi induttivi” (Efficient Power Supply Suitable for Inductive Loads) pubblicato nel giugno 1986. Capire questo brevetto sarà il primo obiettivo di questo libro.
L’altro brevetto intitolato “Tubo di commutazione e conversione elettrica efficiente adatto per i carichi induttivi” (Efficient Electrical Conversion Switching Tube Suitable for Inductive Loads) fu pubblicato approssimativamente dieci mesi dopo il primo, nell’aprile 1987.
Questi due brevetti sono strettamente connessi e sono quasi identici. Uno di questi descrive il circuito che comanda il tubo di conversione e l’altro descrive il tubo di conversione stesso. Circa l’80% delle espressioni in entrambi i brevetti è identico.





Prima pagina del brevetto del tubo di conversione di Gray

La prossima figura mostra il diagramma del circuito del primo. Avevo cercato questo diagramma per 26 anni, e finalmente ebbi un’opportunità di capire cosa stava facendo Gray. Ero sicuro del fatto che stavo osservando le basi dei suoi circuiti ad elettricità “fredda”, ma Gray teneva ancora le sue carte vicino al petto.
Leggendo il diagramma non era chiaro come si comportavano questi componenti, o cosa facessero o perché. Più studiavo il testo, che è relativamente breve se paragonato al brevetto del motore, più capivo che stavo guardando qualcosa che per me era veramente molto esotico.
Intuitivamente, sentivo che avevo tutti i pezzi, ma non sapevo ancora come come unirli, e non sapevo a cosa corrispondesse il quadro reale. Perché questo circuito era in grado di creare free energy? Di nuovo, c’erano veramente ancora troppe incognite.
 Fui rincuorato, comunque, da diversi interessanti riferimenti espressi nel brevetto. Per esempio, in una piccola sezione, Gray afferma:
In questo documento è svelato un sistema di trasmissione elettrica (electrical driving system) che, in teoria, convertirà energia elettrica a basso voltaggio da una sorgente, come ad esempio una batteria per l’accumulazione elettrica, in un impulso di energia ad alto potenziale e alta corrente, in grado di sviluppare una forza lavoro all’uscita induttiva del dispositivo che è più efficiente di quella che è in grado di essere sviluppata direttamente dalla fonte di energia.
 Questa dichiarazione può sembrare un po’ oscura, ma attualmente per quel che mi riguardava, era un modo piuttosto abietto di dire “free energy”.





“Schema” del Circuito di Gray


Più avanti dice:
Questo sistema realizza i risultati sopra dichiarati imbrigliando l’energia ‘elettrostatica’ o ‘impulsiva’ creata da una scintilla ad alta intensità, generata all’interno di tubo commutatore e di conversione elettrica costruito appositamente. Questo elemento utilizza un anodo a basso voltaggio, un anodo ad alto voltaggio, ed una o più griglie elettrostatiche o ricevi-carica. Queste griglie sono di dimensione fisica (are of a physical size), e posizionate appropriatamente in modo da essere compatibili con la dimensione del tubo, ed quindi sono strettamente in relazione con la quantità di energia che deve essere anticipata quando l’apparecchio è in funzione.
Mentre continuavo a leggere questo brevetto, fui colpito dai componenti #42,  #44, e #46. Il brevetto afferma:
Un dispositivo di protezione dello spinterometro, 42, è incluso nel circuito per proteggere il carico induttivo e gli elementi di rettificazione da correnti di scariche eccessivamente potenti. Se i potenziali all’interno del circuito superassero i valori prestabiliti, determinati dalla grandezza meccanica e dalla distanza degli elementi all’interno del dispositivo di protezione, l’eccesso di energia sarebbe disperso (bypassato) dal dispositivo di protezione al comune (collegamento elettrico di terra) del circuito… i diodi 44 e 46 bypassano l’energia eccessiva generata quando il tubo di commutazione e conversione è azionato.
Così qui abbiamo 3 elementi, #42, #44 e #46 in questo circuito, che sono appositamente progettati per accumulare l’eccesso di energia quando il tubo si accende! Ciò che questo suggerisce è che c’è la possibilità che venga prodotta così tanta energia qui da poter danneggiare il resto del circuito. Certamente ciò era abbastanza promettente, ma non riuscivo ancora a capire veramente quale fenomeno avrebbe creato queste condizioni – o perché. Mi appariva definitivamente chiaro, tuttavia, che Gray si aspettava che accadesse qualcosa di estremamente “grande” mentre il tubo di commutazione e conversione si accendeva.
Ero convinto di aver scoperto il segreto del dispositivo, ma non riuscivo ancora a comprendere realmente cosa stavo osservando. Avevo bisogno di una “Stele di Rosetta” – qualcosa che avrebbe tradotto tutte queste incognite in un contesto comprensibile.
Fortunatamente lo trovai. Quella Stele di Rosetta era un libro intitolato: “I segreti tella tecnologia della guerra fredda: il progetto HAARP e oltre” (Secrets of Cold War Tecnology: Project Haarp and Beyond), scritto da Gerry Vassilatos nel 1996 e attualmente disponibile attraverso Adventures Unlimited Press (figura 14). Nel capitolo 1, intitolato “Nikola Tesla e l’Energia Radiante”, Vassilatos racconta di quei giorni entusiasmanti del 1890 circa, quando Nikola Tesla sta sviluppando gli esperimenti che portano all’invenzione della sua trasmittente moltiplicatrice. È un lavoro stupefacente, e consiglio caldamente di procurarvi e di leggere l’intera pubblicazione. Tuttavia, per il fine di questo libro, i seguenti passi estratti dal Capitolo I sveleranno non solo un’affascinante storia della scoperta, ma, cosa più importante, offriranno le basi per la piena comprensione della strabiliante trasmittente moltiplicatrice di Tesla e, successivamente, la sua connessione con il circuito ad “elettricità fredda” di Edwin Gray.




I segreti della tecnologia della guerra fredda: il Progetto HAARP e oltre


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