I VOLTI DI NIKOLA TESLA

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INCENERITORE_GERBIDO



DURANTE LE MIE RICERCHE HO TROVATO  DOCUMENTAZIONE DI CARLO CIPOLLA (PAVIA, 15 AGOSTO 1922 - PAVIA, 5 SETTEMBRE 2000) UNO STORICO ITALIANO  SPECIALIZZATO IN STORIA ECONOMICA CHE MI HA  ISPIRATO, PER VIA DELLE LEGGI DA LUI CITATE, A REALIZZARE UNA PAGINA SU MEREASISTEMI CHE TRATTA DEI FAMOSI INCENERITORI O SE PREFERITE TERMOVALORIZZATORI (TERMINE UTILIZZATO PER FAR RISALTARE LA STUPIDITA' UMANA).

GIUSEPPE MAZZONE



CARLO CIPOLLA

Cipolla fin da giovane aveva sempre desiderato insegnare storia e filosofia in un liceo; si iscrisse dunque alla facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Pavia dove,
grazie al professor Franco Borlandi, esperto di storia economica medievale, scoprì la propria passione per la storia dell'economia.
Dopo la maturità studia alla Sorbona di Parigi e alla London School of Economics.

Cipolla ottiene la sua prima cattedra di storia dell'economia a soli 27 anni (1949) a Catania. Sarà soltanto la prima tappa di una lunga carriera universitaria in Italia (Venezia, Torino, Pavia, Scuola Normale Superiore di Pisa e Fiesole) e all'estero. Nel 1953 Cipolla si reca negli Stati Uniti come Fulbright fellow, e nel 1957 sarà visiting professor all'Università di Berkeley in California, prima di essere nominato full professor due anni più tardi. Proprio negli Stati Uniti aggiunge una M come iniziale di un secondo nome, che però all'anagrafe non ha[1], ma che conserva per le sue pubblicazioni, anche per distinguersi da studiosi omonimi, come lo storico Carlo Cipolla (1854-1916).
L'Università di Pavia gli ha conferito una laura honoris causa nel giugno 1992 e gli ha intitolato il Dipartimento di Scienze Storiche e Geografiche, il quale lo ricorda ogni anno con una conferenza di argomento storico nella settecentesca Aula Foscoliana.





LE LEGGI FONDAMENTLI DELLA STUPIDITA' UMANA  ( CARLO CIPOLLA)

PRIMA LEGGE FONDAMENTALE:
Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.



SECONDA LEGGE FONDAMENTALE:
La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.



TERZA LEGGE FONDAMENTALE:
Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un'altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per
sé od addirittura subendo una perdita.




QUARTA LEGGE FONDAMENTALE:
Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo,
ed in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.




QUINTA LEGGE FONDAMENTALE:
La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.




GLI STUPIDI DANNEGGIANO L'INTERA SOCIETA' E SE SONO AL POTERE FANNO PIU' DANNI DEGI ALTRI





CONCLUSA QUESTA PICCOLA INTRODUZIONE  POSSO PASSARE A SPIEGARE, PER I POCHI CHE NON LO SANNO, COS' E' E  A  COSA SERVE UN INCENERITORE

L'inceneritore o termovalorizzatore è  un impianto che utilizza come combustibile i rifiuti, con due obiettivi: eliminarli e produrre energia con il calore
prodotto dalla loro combustione.

Il termine "TERMOVALORIZZATORE" però, spesso utilizzato, è in realtà inappropriato, oltre che fuorviante, per il semplice motivo che il rendimento della cosiddetta valorizzazione del rifiuto, e cioè la quantità energetica ricavabile dal processo di combustione dei rifiuti, è di molto inferiore al rendimento di qualsiasi centrale elettrica tradizionale, e perché l'intero processo di incenerimento (dalla raccolta allo smaltimento delle ceneri di scarto) consuma molta più energia di quanta ne occorrerebbe
valorizzando il rifiuto con il riuso (raccolta differenziata, trattamento e riciclo).

E' anche vero che pure il termine INCENERITORE potrebbe risultare "riduttivo", poiché in effetti gli inceneritori o termovalorizzatori producono anche energia, ma le caratteristiche peculiari di un inceneritore restano la combustione, con conseguente rilascio in atmosfera di inquinanti sottilissimi e dannosi alla salute, e la produzione di ceneri di scarto che, è bene ricordarlo, rappresentano in peso il 30% del rifiuto in ingresso bruciato. Ciò significa che comunque, al termine del processo di incenerimento, i rifiuti in entrata vengono eliminati solo per il 70% del loro volume, creando quindi un ulteriore problema, quello dello smaltimento delle ceneri stesse.

Per quanto riguarda le emissioni inquinanti, questi impianti sono dotati di sistemi di controllo che dovrebbero garantirne un rilascio ridotto, anche se permangono dei dubbi sull'effettiva efficacia della misurazione di tale impatto, poiché le altissime temperature (anche superiori ai 1.000°) utilizzate nel processo di combustione producono nanoparticelle finissime che sfuggono al controllo.

Attualmente, nessun sistema di filtraggio oggi disponible sul mercato è in grado di trattenere le particelle inquinanti (particolato) con diametro inferiore ai 2,5 nanometri: è questo il principale problema di qualunque inceneritore, ed allo stesso tempo la causa di un inquinamento "sconosciuto" (i misuratori di particelle inquinanti arrivano a misurare solo diametri superiori), che desta allarme presso i cittadini e la comunità scientifica.

FONTE:  http://www.educambiente.tv/






ANCHE BEPPE GRILLO DA' LA SUA OPINIONE





IN PASSATO AVEVO CRETO UNA PAGINA IN FORMATO PDF DOVE ESPONEVO IL MIO PENSIERO

CLICCA PER APRIRE IL PDF


NON VIVIAMO PASSIVAMENTE LE DECISIONI PRESE DA ALTRI, FACCIAMO SENTIRE IL NOSTRO PARERE, DOCUMENTIAMOCI E DIVULGHIMO ATTIVAMENTE AFFINCHE' LA STUPIDITA' UMANA NON PRENDA IL SOPRAVVENTO.
NON DORMIAMOCI SU ASPETTANDO INUTILMENTE CHE QUALCUNO RISOLVA I NOSTRI PROBLEMI.





STEFANO_MONTANARI Stefano Montanari,
bolognese di nascita (1949), modenese di adozione, laureato in Farmacia nel 1972 con una tesi in Microchimica,
ha cominciato fin dai tempi dell’università ad occuparsi di ricerca applicata al campo della medicina.
Autore di diversi brevetti nel campo della cardiochirurgia, della chirurgia vascolare, della pneumologia e
progettista di sistemi ed apparecchiature per l’elettrofisiologia, ha eseguito consulenze scientifiche per varie aziende,
dirigendo, tra l’altro, un progetto per la realizzazione di una valvola cardiaca biologica.
Dal 1979 collabora con la moglie Antonietta Gatti in numerose ricerche sui biomateriali.
Dal 2004 ha la direzione scientifica del laboratorio Nanodiagnostics di Modena in cui si svolgono ricerche e
si offrono consulenze di altissimo livello sulle nanopatologie.
Docente in diversi master nazionali ed internazionali, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche.
Da anni svolge un’intensa opera di divulgazione scientifica nel campo delle nanopatologie,
soprattutto per quanto riguarda le fonti inquinanti da polveri ultrafini.


INCENERITORI E NANOPARTICELLE
intervista a Stefano Montanari (FONTE http://unviveremigliore.forumattivo.com/)

Stefano Montanari, intervistato da Radio Rock Italia, spiega i rischi degli inceneritori e delle nanoparticelle.
Tempo fa esordì con una dichiarazione lapidaria:
"Un sindaco che consente l'installazione di un incenitore in città commette un genocidio."
Ora ci spiega il motivo.

"Prendendo ad esempio l'inceneritore di Brescia in cui bruciano 800mila tonnellate di rifiuti l'anno, proprio per la legge fisica della conservazione della materia, conosciuta
sin dalla fine del '700 in cui Lavoisier affermò che "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma", anche i rifiuti che immettiamo in un inceneritore subiscono
una trasformazione, ma non possono scomparire."

Da Wikipedia leggiamo:
.... egli (Lavoisier) mostrò che, anche se la materia cambia il suo stato con una reazione chimica, la quantità di materia è la stessa all'inizio e alla fine di ogni reazione. Bruciò fosforo e zolfo nell'aria, e dimostrò che il prodotto pesava più della materia iniziale. Ciò non di meno, il peso acquisito era stato preso dall'aria. Questi esperimenti fornirono la prova per la legge di conservazione della massa (in una reazione chimica la massa dei reagenti è esattamente uguale alla massa dei prodotti).

E quindi, continua Montanari, anche i rifiuti non scompaiono ma, bruciando, si trasformano.
Si trasformano in elementi talmente sottili che diventano ancora più pericolosi perché, se inalati, si infiltrano in ogni parte del nostro organismo.
E sono le nanoparticelle.

E c'è di peggio.
Alle tonnellate di rifiuti trattate, vanno aggiunti altrettanti materiali che servono per la loro combustione: acqua, metano, carbone, ecc.. che, nel processo totale, per lo stesso principio di Lavoisier, trasformandosi anch'essi, si sommano al materiale di base, e quindi alle 800mila tonnellate di immondizie da incenerire se ne sommano altrettante per la combustione, con il risultato di 1600000 tonnellate di nanoparticelle che vengono disperse per aria e sono ancora più tossiche del materiale iniziale.

Le nanoparticelle sono invisibili ma nocivi al nostro organismo perché sono polveri non più degradabili ma eterne.

Quando le polveri vengono inalate, o mangiate, perché si depositano su frutta e verdura e quindi entrano nella catena alimentare, passano nel sangue e lì restano. A differenza di altre polveri grossolane che si fermano alle prime vie aeree e possono essere eliminate soffiandosi il naso, le polveri sottili, molto più numerose, riescono a penetrare in profondità anche nell'alveo polmonare e da lì, in un minuto già sono nel sangue, e in 60 min negli organi..fegato, cervello, gonadi, stomaco...

Tali organi poi si comportano come filtri, imprigionano le polveri che restano lì in eterno.
Inoltre, se superano una certa concentrazione, l'organo reagisce e attornia le polveri con del tessuto infiammatorio che resta per tutta la vita.
Il problema è che una infiammazione blanda ma cronica ha una maggiore probabilità di trasformarsi in un cancro.

Ma potrebbe succedere anche che le polveri possono dare origine a dei coaguli nel sangue, causa di trombosi.
Inoltre sono polveri che la madre trasmette al feto e dare origine a malformazioni fetali o aborti.
O anche si possono annidare nel pancras e determinare il diabete
Pare che dopo il disastro delle torri gemelli, a causa della enorme quantità di polveri sottili disperse nell'aria, i casi di diabete sono aumentati in maniera esponenziale.

Ma allora se gli inceneritori non sono adatti alla risoluzione del problema dei rifiuti, quali tecniche di smaltimento occorre adoperare?

Montanari è lapidario: il rifiuto più facile da smaltire è quello che non c'è.
E quindi occorre attivarsi per la riduzione dei rifiuti.
In Irlanda hanno tassato il sacchetto di plastica: 15 cent e sono diminuiti del 92%.

Già tassare l'imballo, pagare maggiormente per gli imballi più ingombrati, potrebbe essere una delle soluzioni. Calcolando che il 50/ 60 % dei rifiuti in discarica è
costituito dagli imballi.

Noi ci illudiamo che l'usa e getta sia sinonimo di ricchezza "sono ricco in ragione di quanto butto"
Ora invece non ce lo possiamo più permettere e occorre invece privilegiare materale recuperabile.
Occorre anche migliorare la qualità dei prodotti:
i prodotti che danno rifiuti non gestibili non possono essere giudicati idonei.
In germania le auto sono costituite da pezzi completamente riciclabili altrimenti non vengono omologate.
Un esempio di prodotto con imballo valido è il gelato: anche il cono che lo contiene è utilizzato.

Questa è una nuova sfida per i progettisti: fare in modo che l'imballo possa essere riciclato.

Per smaltire i rifiuti invece dovrebbero essere progettati e sperimentati i sistemi a freddo. A Pesaro un signore ha inventato un sistema a freddo, molto promettente ma non riesce a sperimentarlo, nessun comune è disponibile a ospitarlo.
Il problema è che con i sistemi a freddo non si fanno soldi. Mentre invece ne circolano in abbondanza per gli inceneritori.

Vi sono inoltre dei sistemi di abbattimento delle polveri. Lo stesso Montanari ha sperimentato un metodo al comune di Roma, montando sul tetto degli autobus una tecnologia che trasforma le polveri sottili in mattoncini di materiali inerti.


La vergogna del microspopio elettronico

Comprato con i soldi di una sottoscrizione popolare e pagato 370mila euro, il microscopio elettronico serviva per la ricerca sulle nanoparticelle dei dottori Gatti e Montanari che, per trasparenza era stato affidato all'Associazione Bortolani onlus con la gestione alla dott. Gatti.
Bene l'associazione ha deciso di ufficio di trasferire il miscrospopio a Urbino, dove nessuno lavorerà mai sulle nanoparticelle.
E' evidente che fattori esterni al mondo della ricerca siano intervenuti per interrompere le ricerche sulle nanoparticelle, troppo scomode al business degli inceneritori.









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